“nuàra”, l’orto, è il luogo della parola, è la fucina delle idee, lo scrigno entro il quale cresce ogni tipo di cosa possibile, si tratta persino di uno spazio ben delimitato dal quale nascono proiezioni infinite. Patrizia Sardisco ha la peculiarità di osservare il particolare per giungere all’universale e riesce, attraverso un oggetto, una situazione o una immagine, a cogliere le varie sfumature dell’Io e del Noi. Una poesia che sa essere lirica e simbolica, ma al contempo sapientemente musicale, ora franta ora fluida a seconda dell’ispirazione. “nuàra” ha anche la specificità di affrontare la poesia in dialetto siciliano in modo nuovo ed efficace, sganciandosi da una tradizione che è pervenuta alla monotonia, per raggiungere una autonomia ben definibile. Il recupero linguistico, quindi, si associa a un dialogo con la migliore letteratura in versi, intesse trame intertestuali, cuce una affascinante tessitura metaforica. Per l’autrice ogni testo rappresenta l’occasione di affrontare la contemporaneità con uno sguardo che ne indaghi le trame più intime, un’indagine su se stessa e sul mondo in cui vive. E, in questa moltitudine, non poteva mancare la lingua che rappresenta, forse, il legame più tangibile tra la finitudine e il suo opposto. (Giuseppe Manitta)