L’ingegnere è andato via di Vincenzo Castaldo

L’ingegnere è andato via? Si! L’ingegnere è arrivato, ha fatto il suo lavoro ed è andato via. Ma dove? Con un linguaggio forte, deciso e talvolta impudico Castaldo ci narra in questo suo nuovo libro la fantasiosa storia di un attraente e bravo giovane venezuelano (figlio d’italiani) chiamato Miguel, esattamente Michele Ponti. Un neoingegnere civile abituato alla capitale e metropoli di Caracas che, nel 1972 e per motivi di lavoro, si ritrova in un mondo tutto nuovo e sconosciuto per lui: l’inospitale e caldissima cittadina petrolifera di Mene Grande, nello stato Zulia del Venezuela, quasi confinante con il Lago di Maracaibo. Si abituerà Michele a questa zona rurale dove ancora c’è la malaria? Saprà compiere i suoi obblighi di direttore di un’importante opera com’è la costruzione di una strada statale? Certamente è una sfida troppo grande per un neolaureato! Il fatto è che l’ingegnere a Mene Grande, ci sta, fa tutto quanto deve e poi se ne va. L’aspetto privato e sessuale vissuto da Miguel durante il suo soggiorno a Mene Grande, non viene per nulla trascurato, anzi ne risulta protagonista. Addentrandosi nella solitudine e contrarietà di questo luogo lontano e insalubre, sopporterà Michele la separazione dai suoi genitori, parenti e amici? Si abituerà a vivere senza affetti, senza amore e senza sesso? Chissà sì o chissà no! Sorprese, piaceri e dispiaceri non mancheranno ma, leggendo, il lettore qualcosa scoprirà. Cosa cambierà per l’ingegnere, se nulla qui lascerà e nulla con sé si porterà? La bella vita lui continuerà? Sì o No?

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