L’ineluttabilità del dolore, l’amore per Maria, la necessità della solitudine, ma anche l’inumana condizione che ne deriva stringono in una morsa il protagonista del romanzo di Giovanni Pione. Una scrittura che sa essere fluida e spezzata al contempo e si immerge in un percorso psicologico frastagliato, al limite della follia. Affiora tutta l’unicità di un personaggio al di fuori di ogni schema, che soffre continuamente, che cerca se stesso. In questo stare al limite tra comprendersi e non conoscersi, anche i rapporti affettivi entrano in crisi. Non si tratta di inettitudine, ma di un cuore “contuso” in attesa della salvezza.