La parola scritta è sempre figlia del suo tempo e madre di chi la scrive. Questa sorta di principio letterario emozionale si fa assoluto nei racconti di Palma Civello che della luce e delle ombre del nostro essere sa descrivere con efficace leggerezza ogni sfumatura. Con quella leggerezza, beninteso, di cui parlava Calvino, che non è superficialità ma “planare sulla vita dall’alto”, cercando di fare pace con i macigni che abbiamo sul cuore. I racconti di Palma sono popolati di uomini e donne del nostro tempo, fragili, insicuri, spaventati e violenti, oppressi e oppressori ciascuno ugualmente debole e inetto di fronte alla vita, alle occasioni mancate, a quell’amore salvifico che a tentoni cercano di raggiungere. Alcuni sono capaci di vedere nel buio e di mostrare agli altri lo spazio oltre l’odio e lo scherno, la vita al di là della meschina e insensata malvagità.