Il rapporto privilegiato tra uomo e animali ha un ruolo importante nella letteratura. Basti pensare ad Argo e a Ulisse o, per arrivare in tempi più recenti, alla tigre di Sandokan, che è sua spalla e amica fidata. Nel caso di Pascalotto e Franchinotto, i protagonisti costituiscono un tutt’uno e attraversano una serie di peripezie, nelle quali i due ruoli sono non sostituibili. «Pascalotto era un omone atticciato, tarchiato, di corporatura massiccia e imponente», ma buono; Franchinotto, il suo fedele amico, era «un bardotto romagnolo, con il mantello grigio sorcino, il muso bianco con estremità scura e l’addome tendente al bianco». Entrambi lottano per la loro amicizia, aiutandosi, comunicando attraverso un linguaggio particolare, ma allo stesso tempo hanno un forte spirito di idealità. Si tratta, in pratica, di due corpi che hanno una sola coscienza e la sfruttano, alla fine, per il bene altrui.