“La verità di Freud” di Stefania De Ruvo contempla una verità plurima, ovvero scissa tra un Es, un Super io, e un Io. Eppur tuttavia, se entriamo nei termini della pièce, troviamo il segno di questa caratteristica in una doppia presenza: nei personaggi di Es e di Marco quali materializzazione dell’Es e in quelli di Madre e Super io come personalizzazione del Super io. L’esemplarità di questo gioco degli specchi è quella che più evidentemente è celata: il personaggio principale, Nadia. Lei è, infatti, l’Io e in quanto tale non ha bisogno di un doppio teatrale per esprimersi, lo è di per sé. Questi, già da un elemento strutturale, sottolinea la sua unicità, che, come tale, rappresenta l’uomo nella sua naturale essenzialità.