Esiste un forte legame tra il teatro e la psicanalisi, a partire dai famosi complessi di Edipo e di Medea, ma anche dai vari esempi e metafore che lo stesso Freud in più luoghi riprende. L’opera “io, Medea” si propone come teatro giallo e psicologico. La storia si sviluppa tra le mura di una struttura specializzata per donne fi glicide, ambiente che sin dall’inizio dimostra tutta la sua problematicità. Eppure la protagonista manifesta la sua differenza rispetto alle altre del centro, una quasi estraneità alla loro condizione. Sulla comprensione di questa esclusione si concentra il testo, ma anche sulla momentanea mancanza di memoria della protagonista. Sono due elementi strettamente legati alle altre questioni sollevate in queste pagine: la verità e la maschera. C’è, infine, un valore sociale: la volontà di comprendere il dramma della donna, la molla scatenante di atteggiamenti più o meno tragici che possono convogliare nell’impensabile umano e sociale: tutto ciò materializza la sostanza civile di “io, Medea”.